7 Agosto 2025
bibliografia

L’Obolo (dal greco Obolos) è una delle unità monetarie più antiche e significative della storia, con un’evoluzione che attraversa diverse civiltà e millenni.

  • Grecia Antica: Nella Grecia antica, l’Obolo era un’unità monetaria di piccolo taglio, pari a 1/6 di Dracma e 1/12 di Statere. Sebbene coniato prevalentemente in argento, ne esistono anche esemplari in oro e in bronzo. La sua funzione era quella di facilitare le transazioni quotidiane e spicciole. Nella tradizione greca, l’obolo assunse anche un valore simbolico e rituale: l’obolo di Caronte era la moneta che ogni defunto doveva pagare al traghettatore infernale per attraversare il fiume Acheronte. Per questo motivo, era usanza porre una moneta sotto la lingua del morto prima della sepoltura.
  • Età Romana: In età romana, il termine obolus indicava genericamente la moneta spicciola o di piccolo valore, indipendentemente dal suo rapporto specifico con la dracma. Il termine era utilizzato per riferirsi a monete di basso taglio, essenziali per l’economia di base.
  • Medioevo: Nel Medioevo, la denominazione “Obolo” fu ripresa in diversi sistemi monetari per indicare monete di valore divisionale. In particolare, divenne sinonimo del mezzo Denaro e, successivamente, del mezzo Grosso. Questa riadozione del termine sottolinea la sua persistente funzione di “moneta piccola” per eccellenza. Monete da un Obolo d’argento, ad esempio, furono coniate a Susa da Umberto II (1080-1103) e da Amedeo III di Savoia (1103-1148), testimoniando l’uso della denominazione in Italia settentrionale.

L’Obolo è un esempio affascinante di come un’unità monetaria possa conservare il suo nome e la sua funzione di piccolo taglio attraverso i secoli, pur mutando il suo valore e il suo contesto geografico e politico.

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