Il Nuovo Tarì è il nome con cui fu colloquialmente chiamata la lira introdotta nel nuovo sistema monetario napoletano da Gioacchino Murat. Questa riforma monetaria fu istituita con un decreto del 19 maggio 1811, durante il suo regno come Re di Napoli (1808-1815).
Murat, cognato di Napoleone Bonaparte, attuò una modernizzazione radicale del sistema monetario del Regno di Napoli, ad imitazione di quello francese. L’obiettivo era creare una valuta più razionale e stabile, in linea con gli standard europei dell’epoca.
Prima di questa riforma, il sistema monetario napoletano era basato sul ducato come unità d’oro o d’argento, e il tarì era una delle principali monete divisionali, anch’essa d’argento. Il “Nuovo Tarì” rappresenta il tentativo di ridefinire il valore di una moneta familiare ai napoletani (il tarì) all’interno di un sistema basato sulla lira, ricalcando il franco francese.
La riforma di Murat portò all’introduzione di diverse denominazioni coniate in oro, argento e rame, con il lira napoletana (suddivisa in centesimi) che divenne l’unità di conto principale. Il “Nuovo Tarì” era quindi una parte di questo sistema innovativo, anche se il nome “tarì” rimase associato a una moneta, sebbene con un valore e un rapporto diversi rispetto al passato.
Questa riforma monetaria fu un passo significativo verso la standardizzazione e la modernizzazione monetaria nel sud Italia, riflettendo l’influenza delle politiche napoleoniche.

Modoetia Numismaticae © 2014-2025