L’espressione “Nera” è un termine numismatico usato per indicare una moneta a titolo inferiore a quello nominale. Si riferisce, in particolare, a monete il cui contenuto di metallo prezioso è stato ridotto rispetto a quanto dichiarato o atteso, spesso a causa di una politica di svalutazione.
Questo termine è prevalentemente associato alle monete in argento o in mistura (lega d’argento e rame). Quando la percentuale di argento puro (il “fino”) nella lega di una moneta veniva diminuita, aumentando la quantità di rame o di metalli vili, la moneta tendeva ad assumere un colore più scuro, “nero” o “moro”, meno brillante dell’argento di buona lega.
La coniazione di monete “nere” era una pratica comune in periodi di crisi economica o di necessità finanziaria per gli stati. Le ragioni potevano essere:
- Aumento del Signoraggio: Le zecche potevano guadagnare di più con la stessa quantità di metallo prezioso, emettendo più monete con un minor contenuto d’argento.
- Scarsità di Metallo Prezioso: La difficoltà di reperire argento puro spingeva a “tagliare” le monete con metalli meno costosi.
- Finanziamento di Guerre o Spese Statali: La svalutazione era un modo per finanziare eserciti o opere pubbliche senza aumentare le tasse dirette.
- Inflazione: Spesso, la moneta “nera” contribuiva a fenomeni inflazionistici, poiché il suo valore reale era inferiore a quello nominale, portando a un aumento dei prezzi.
Il termine “Nera” evidenzia come le caratteristiche fisiche della moneta, in questo caso il colore, fossero un indicatore immediato e percepibile dalla popolazione del suo effettivo valore e delle condizioni economiche del tempo.

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