L’aggettivo laureato in numismatica, così come nel più ampio contesto dell’arte e dell’iconografia classica, significa “testa con corona d’alloro“. Questo termine è utilizzato per descrivere un ritratto o una figura raffigurata su una moneta che indossa una corona composta da foglie di alloro, un simbolo di profondo significato nel mondo antico.
La corona d’alloro (nota in latino come corona laurea) era ben più di un semplice ornamento. Era un emblema potentissimo e altamente venerato nell’antica Grecia e, in particolare, a Roma, associata a diverse sfere di eccellenza e autorità:
- Vittoria Militare: La funzione più celebre della corona d’alloro era quella di riconoscimento per le vittorie militari. Era la ricompensa più alta per i generali trionfanti che celebravano il loro ritorno a Roma con una parata trionfale. Indossarla significava essere un conquistatore e un protettore dello Stato.
- Onore Civico e Successo Pubblico: Oltre alle conquiste militari, la corona d’alloro veniva conferita a cittadini illustri per meriti eccezionali resi alla comunità, riconoscendone la virtù e il contributo al bene pubblico.
- Eccellenza Artistica e Intellettuale: L’alloro era sacro ad Apollo, il dio delle arti, della poesia, della musica, della profezia e della medicina. Di conseguenza, la corona d’alloro divenne il simbolo dell’eccellenza artistica e intellettuale, conferita a poeti e oratori. È da qui che deriva il termine “laurea” per indicare il titolo universitario.
- Connotazioni Divine: Alcune divinità, come Apollo stesso, erano comunemente raffigurate laureate, conferendo al simbolo anche una dimensione sacra e quasi divina.
Sulle monete romane, in particolare durante il periodo imperiale, la raffigurazione di un imperatore o di un membro della sua famiglia con la testa laureata non era mai un dettaglio casuale, ma un potente messaggio propagandistico. L’imperatore si presentava non solo come un sovrano, ma come un vincitore invincibile, un benefattore dello stato che assicurava pace e prosperità attraverso le sue conquiste, e talvolta persino con connotazioni divine, associandosi alla gloria e alla sacralità di Apollo.
Questo tipo di iconografia era estremamente comune e ricercata sul dritto delle monete imperiali, dove il ritratto del sovrano dominava la composizione. La scelta di rappresentare l’imperatore laureato era una dichiarazione visiva della sua legittimità, della sua virtus (valore militare e morale) e della sua auctoritas (autorità). Ad esempio, i ritratti laureati di imperatori come Augusto, Traiano o Vespasiano sono tra le rappresentazioni più frequenti e iconiche nell’intera monetazione romana, rendendo il termine “laureato” fondamentale per la descrizione e lo studio di queste emissioni.

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