Giove (in latino Iuppiter), il “Dio del cielo e dei fulmini”, era la divinità suprema del pantheon romano, l’equivalente del greco Zeus. Era il padre degli dèi e degli uomini, protettore dello Stato romano e garante dei giuramenti.
Come molte altre divinità personificate, Semidei ed Eroi, Giove compare frequentemente sulle monete romane, la sua posizione sull’effigie variando a seconda del periodo:
- Periodo della Repubblica Romana: Al tempo della Repubblica, le divinità erano spesso raffigurate sul lato principale (dritto) delle monete. Giove, in quanto figura centrale della religione romana, appariva con la sua iconografia distintiva: solitamente una testa barbuta e maestosa, a volte con una corona d’alloro. La sua presenza sul dritto sottolineava la protezione divina sulla Repubblica e sulle sue istituzioni.
- Periodo Imperiale: Con la fondazione dell’Impero, il dritto delle monete fu quasi interamente riservato all’effigie dell’imperatore o dei membri della sua famiglia, come strumento di propaganda e legittimazione. Giove, insieme ad altre divinità, prese quindi posto prevalentemente sul rovescio della moneta. Qui poteva essere raffigurato in piedi, seduto, o in scene che lo vedevano lanciare un fulmine, reggere uno scettro o una Vittoria. La sua presenza sul rovescio continuava a simboleggiare la protezione divina sull’imperatore e sull’Impero, spesso con attributi che celebravano le virtù imperiali o successi militari.
La figura di Giove sulle monete è un indicatore cruciale della religiosità, della politica e dell’ideologia romana, offrendo ai numismatici una ricca fonte di informazioni.

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