Fortuna è una delle più celebri e pervasive personificazioni allegoriche del mondo romano, il cui nome significa appunto “Fortuna“, intesa come sorte, destino o buona ventura. Come molte altre personificazioni, la sua presenza sulle monete romane è una chiara eredità della civiltà greca, che tendeva a divinizzare concetti astratti.
Nonostante non fosse una delle divinità maggiori residenti sull’Olimpo, Fortuna godeva di un culto vastissimo e di grande importanza. A lei furono dedicati numerosi templi e altari a Roma e in moltissime città dell’Impero, a testimonianza del profondo impatto che il concetto di sorte aveva sulla vita quotidiana e sulla mentalità romana. Spesso veniva venerata in diverse manifestazioni, come Fortuna Augusta (associata all’imperatore), Fortuna Redux (che riporta a casa sani e salvi), Fortuna Publica (la fortuna dello Stato) e molte altre.
Sulle monete, Fortuna è tipicamente raffigurata come una figura femminile, spesso con attributi che simboleggiano la sua natura capricciosa e la sua capacità di dispensare beni o avversità:
- Una cornucopia: simbolo di abbondanza e prosperità, a indicare i doni della fortuna.
- Un timone: che rappresenta la sua capacità di guidare il destino e dirigere gli eventi.
- Una ruota: a significare l’incostanza e la mutevolezza della sorte.
- Una palla o globo: su cui spesso poggia un piede, a simboleggiare la sua instabilità e il dominio sul mondo.
La raffigurazione di Fortuna sulle monete era un potente strumento di propaganda. Era utilizzata per:
- Auspicio imperiale: Legare la fortuna dell’Impero e del popolo alla benevolenza del sovrano.
- Rassicurazione pubblica: In momenti di crisi, invocare Fortuna per un futuro più propizio.
- Celebrazione di successi: Attribuire vittorie militari o prosperità economica al favore della dea.
Lo studio di queste figurazioni è cruciale per i numismatici, poiché rivela non solo aspetti della religiosità romana, ma anche le strategie comunicative e propagandistiche dell’Impero.

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