Il Follis è una moneta di bronzo che ebbe una significativa diffusione nel periodo della Tetrarchia (fine del III secolo d.C.) e soprattutto in epoca Bizantini. Nacque come una delle soluzioni per la riforma monetaria voluta da Diocleziano per stabilizzare l’economia romana dopo un lungo periodo di crisi e inflazione.
Inizialmente, il Follis prese il posto, seppur con un valore e una composizione diversi, di alcune delle monete di bronzo/rame di maggiore modulo in circolazione, come il sesterzio, che aveva visto la sua coniazione diminuire e poi cessare nel corso del III secolo d.C. Il Follis di Diocleziano era una moneta relativamente grande, con una sottile argentatura che gli conferiva l’aspetto dell’argento, sebbene il suo valore fosse basato sul rame.
La sua coniazione continuò e la sua importanza crebbe nell’Impero Bizantino, dove divenne la moneta di bronzo di base per le transazioni quotidiane, con diverse variazioni di dimensione e peso nel corso dei secoli. Le sue dimensioni potevano variare notevolmente, e spesso presentava una grande “M” (per 40 nummi) o altre lettere greche per indicarne il valore nominale.
Il Follis è una moneta cruciale per lo studio dell’economia e della monetazione della Tarda Antichità e dell’Impero Bizantino, testimoniando i tentativi di riforma e le sfide economiche di quei periodi.

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