Il Follaro è un’antica moneta di rame o bronzo, la cui origine e diffusione sono strettamente legate al Follis bizantino, di cui rappresenta un’imitazione o una derivazione. Questa moneta ebbe una circolazione molto ampia e prolungata, in particolare nell’Italia meridionale e nel bacino del Mediterraneo orientale.
Fu coniato da diverse entità politiche in vari periodi:
- Goti e Bizantini: Inizialmente emesso dagli Ostrogoti in Italia e successivamente dai Bizantini, il Follaro serviva come moneta di rame per le transazioni quotidiane, riprendendo il concetto del follis bizantino, una moneta di rame di ampio modulo introdotta nel VI secolo d.C.
- Longobardi e Normanni: L’emissione del Follaro fu continuata anche dai Longobardi e, in seguito, dai Normanni in Sicilia e nell’Italia meridionale. Tra i più noti vi sono i Follari coniati da Ruggero II di Sicilia (1102-1154), che emise questa moneta nella zecca di Messina agli inizi del XII secolo, introducendo anche diversi multipli e sottomultipli per adattarsi alle esigenze del commercio.
- Città Marinare e Aree Mediterranee: Molte città marinare dell’Italia meridionale (come Gaeta) e altre aree del Mar Mediterraneo orientale coniarono i propri Follari. I Follari di Gaeta, emessi dal X al XIII secolo, sono tra gli esempi più studiati e conosciuti di questa tipologia.
Il valore del Follaro variò notevolmente nel tempo a causa delle diverse autorità emittenti e delle fluttuazioni economiche. La sua diffusione per un lungo periodo testimonia la sua importanza come valuta di basso taglio e la sua resilienza nei vari contesti politici e commerciali del Medioevo.

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