2 Luglio 2025
bibliografia

Il Bussolotto è il nome popolare dato ad alcune monete coniate a Mantova, in particolare il grosso d’argento, tra il XV e il XVII secolo. Questa denominazione deriva dalla raffigurazione di un particolare simbolo religioso presente sul conio: la Pisside, o più precisamente la teca (tabernacolo) del Preziosissimo Sangue.

A Mantova, la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo era oggetto di profonda venerazione, e il tabernacolo che la conteneva divenne un simbolo distintivo della città e della sua dinastia regnante, i Gonzaga. La forma di questa teca, che poteva richiamare un “bussolotto” (un piccolo contenitore o una scatolina, talvolta rotonda), diede il nome alla moneta.

Le caratteristiche tipiche del Bussolotto mantovano erano:

  • Valore: Era una moneta d’argento, corrispondente a mezza Lira o 10 Soldi.
  • Dritto: Recava solitamente il simbolo e il nome del sovrano regnante (un Gonzaga), insieme all’anno di coniazione.
  • Rovesco: Presentava la raffigurazione della teca del Preziosissimo Sangue.

Il successo e la riconoscibilità di queste monete portarono il termine “Bussolotto” a essere esteso anche a monete coniate in altre città, che presentavano una forma o una tipologia simile, o che erano comunque percepite come “a bossolo” (cioè tonde e magari spesse). Un esempio notevole è il Giulio coniato a Parma sotto Clemente VII, che fu chiamato Bussolotto papale, a dimostrazione della popolarità e della diffusione di questo soprannome.

Lo studio del Bussolotto offre un interessante spaccato sulla religiosità, la cultura popolare e le politiche monetarie dei Gonzaga a Mantova, nonché sulle dinamiche di denominazione e circolazione delle monete nell’Italia rinascimentale e barocca.

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