Il Beato Amedeo è il nome con cui viene comunemente chiamato un Tallero d’argento del valore di 9 fiorini, coniato da Carlo Emanuele I, Duca di Savoia, tra il 1609 e il 1629. Le zecche principali che produssero questa moneta furono quelle di Torino e Vercelli.
Il nome della moneta deriva dalla sua iconografia distintiva: sul rovescio era impressa l’effigie del Beato Amedeo XI di Savoia (Duca di Savoia dal 1465 al 1472), raffigurato in abito monacale, con la leggenda BENEDICT HAEREDITATI TVAE (“Benedici la tua eredità”). Amedeo IX, noto per la sua profonda pietà e la sua carità, fu beatificato nel 1677, ma la sua venerazione era già diffusa nel XVII secolo. La scelta di raffigurarlo sulla moneta sottolineava la devozione religiosa dei Savoia e l’auspicio di protezione divina sulla loro dinastia e sui loro domini.
Sul dritto, la moneta presentava il busto di Carlo Emanuele I, con la leggenda che ne indicava il titolo: CAROLVS EM D: G DVX SAB (Carlo Emanuele per grazia di Dio Duca di Savoia).
Il Beato Amedeo pesava circa 26,70 grammi, un peso considerevole per una moneta d’argento dell’epoca, che ne confermava il ruolo di taglio maggiore nel sistema monetario sabaudo. Oltre al Tallero da 9 fiorini, fu emessa contemporaneamente anche una moneta da 3 fiorini che recava al rovescio la stessa immagine del Beato Amedeo.
Questa moneta è un esempio significativo della monetazione barocca sabauda, che combinava l’affermazione del potere ducale con la celebrazione della pietà dinastica attraverso simboli religiosi. Per i numismatici, il Beato Amedeo non è solo un pezzo di notevole valore e interesse storico-artistico, ma anche una testimonianza delle strategie politiche e devozionali dei Duchi di Savoia.

Modoetia Numismaticae © 2014-2025