L’Astragalo (dal greco astrágalos, che significa “tallone” o “osso del tallone”) in numismatica si riferisce a un particolare simbolo iconografico che compare sulle monete anonime romane coniate nel periodo compreso all’incirca tra il 289 e il 245 a.C.
La sua presenza su queste prime emissioni in bronzo ne fa un elemento distintivo e di grande interesse per gli studiosi delle origini della monetazione romana.
L’osso astragalo (o talo) è una delle ossa della caviglia e, nella sua forma scheletrica, era anticamente utilizzato come dado in giochi d’azzardo e rituali di divinazione, grazie alla sua forma irregolare che permetteva diverse “cadute”. Questa associazione con il gioco e il fato potrebbe avergli conferito un significato simbolico legato alla fortuna o al destino nelle prime raffigurazioni monetarie.
Sulle monete romane anonime del periodo indicato, l’Astragalo appare come segno di valore o identificativo, spesso posizionato accanto ad altri elementi figurativi come la ruota. Queste monete, che precedono le emissioni dell’Aes Grave con pesi più standardizzati, appartengono a un momento di transizione in cui Roma stava ancora definendo il proprio sistema monetario. L’assenza di leggende o nomi di magistrati (da qui il termine “anonime”) rende l’identificazione basata principalmente sui simboli e sui tipi.
La scelta dell’Astragalo come simbolo monetario, pur non essendo del tutto chiara, potrebbe essere legata a un sistema di conteggio o a un valore implicito, forse derivato da un’antica pratica di scambio in cui questi ossi potevano avere un ruolo. La sua presenza è un indicatore della varietà di simboli utilizzati dalle prime zecche romane per autenticare e differenziare le loro emissioni in un’epoca in cui la riconoscibilità visiva era cruciale per la fiducia nella valuta. Per il numismatico, l’Astragalo è quindi un elemento chiave per la classificazione e lo studio di queste rare e primitive monete repubblicane.

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