7 Luglio 2025
apex copertina

L’Apex era un berretto sacerdotale distintivo, a forma conica e terminante in una punta acuta, utilizzato nell’antica Roma. Questo copricapo non era un semplice accessorio, ma un simbolo sacro di altissimo valore, indossato dai membri di alcuni dei più importanti collegi sacerdotali romani, in particolare i Flamini (sacerdoti dedicati al culto di specifiche divinità come Giove, Marte o Quirino) e i Salii (sacerdoti danzanti di Marte).

La sua importanza risiede nel suo profondo significato rituale e nella sua funzione di distinguere visivamente coloro che svolgevano funzioni sacre cruciali per lo Stato romano. L’apex era parte integrante del vestiario sacerdotale e la sua presenza indicava l’elevato status e l’autorità religiosa di chi lo indossava. Era spesso realizzato in pelle o tessuto, talvolta con elementi che ne accentuavano la forma a punta.

Nel contesto numismatico, l’Apex assume un ruolo significativo come attributo iconografico sulle monete romane. La sua raffigurazione non è mai casuale; essa serve a evocare specifici concetti o a celebrare figure legate alla religione e alle tradizioni ancestrali di Roma.

Sulle monete, l’Apex può essere rappresentato in diversi modi:

  • Come simbolo autonomo: Talvolta viene raffigurato da solo, a rappresentare il sacerdozio o la religiosità in generale, o in riferimento a specifiche cariche sacerdotali ricoperte dall’imperatore o da membri della sua famiglia.
  • Come attributo di una divinità o personificazione: Ad esempio, può accompagnare figure che richiamano la Pietas (la devozione religiosa) o altre virtù legate al culto.
  • Accanto a strumenti sacrificali: Spesso l’Apex è rappresentato insieme ad altri instrumenta sacrorum (strumenti per i sacrifici), come la securis (ascia sacrificale), il simpulum (mestolo per libagioni) o il lituus (bastone augurale). Questa combinazione sottolinea il ruolo del sovrano o della figura celebrata come Pontifex Maximus (pontefice massimo) e garante della corretta osservanza dei riti.

La presenza dell’Apex sulle monete romane era un modo per riaffermare la religiosità dell’imperatore e la sua funzione di mediatore tra il mondo umano e quello divino, un aspetto cruciale della propaganda imperiale. Queste raffigurazioni servivano a legittimare il potere del sovrano, associandolo alla stabilità e alla protezione garantite dagli dèi, valori fondamentali per la coesione e la prosperità dell’Impero.

Giulio Cesare (50-49 a.C.) – Denario – Zecca itinerante in Gallia
Ag – Ø 17 mm – 3,64 g
(Bertolami Fine Arts Auction 4 – 5 dic 2011 – Lot. 886)

Vista da vicino

Dritto

Elefante verso destra calpestante un drago, in esergo CAESAR

Rovescio

Emblemi pontificali: culullus, aspergillum, axe e l’apex,

Bibliografia

  • RRC 443/1
  • BMCRR Gaul 27
  • Sydenham 1006
  • Catalli 2001, 631
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