Il termine Antiquiores, dal latino “più antichi”, è utilizzato in numismatica per designare le primissime emissioni monetarie papali in argento, solitamente identificate con i denari coniati dai Pontefici romani intorno all’anno 1000 d.C. Questa denominazione sottolinea la loro antichità e il loro ruolo fondante nella storia della monetazione dello Stato Pontificio.
Queste monete segnano un momento significativo in cui il Papato inizia a esercitare, o a riaffermare, la propria sovranità temporale anche attraverso l’emissione di valuta propria. Prima di questo periodo, la circolazione monetaria a Roma era dominata da emissioni imperiali (bizantine o del Sacro Romano Impero) o da zecche locali con influssi esterni. La comparsa dei denari “Antiquiores” testimonia una crescente autonomia e la volontà dei Papi di stabilire un proprio simbolo di autorità economica e politica.
Le caratteristiche precise di questi denari possono variare a seconda del Pontefice emittente e del periodo esatto, ma in generale sono monete di piccolo modulo e peso, tipiche delle emissioni argentine altomedievali. L’iconografia era spesso sobria, con elementi che richiamavano l’autorità papale (come una croce, monogrammi, o simboli religiosi) e talvolta una legenda che indicava il nome del Papa o una formula devozionale. Data la loro epoca, la tecnica di coniazione era ancora rudimentale, e gli esemplari che ci sono giunti possono presentare irregolarità nella forma o nella centratura.
La rarità e l’importanza storica degli Antiquiores li rendono particolarmente preziosi per i collezionisti e gli studiosi. Essi offrono una finestra sulla complessa transizione politica e religiosa del medioevo italiano, fornendo prove tangibili del progressivo consolidamento del potere temporale dei Papi, che avrebbe portato alla formazione di uno Stato Pontificio autonomo e influente.
Vista da Vicino
Durante di Leone III (795-816) vengono coniati tipi di denari a nome di Carlomagno (801-814) e a nome di Ludovico il Pio (814-816); un terzo tipo senza riferimento imperiale era stato identificato da Muntoni e dal CNI come Leone VIII, viene ora attribuito da Grierson a Leone III.
Leone III (795-816) con Ludovico il Pio (814 – 816) – Denaro – Zecca di Roma
Ag – Ø 22 mm – 1,65 g
(Numismatica Ars Classica – Auction 53 – 7 novembre 2009 – lot. 193)
Dritto
Legenda: ✠ SCS PETRVS [S coricate]
Nel campo monogramma LEO PA
Rovescio
Legenda: ✠ LODOICHVS [S coricate]
Nel campo monogramma IMP fra tre globetti
Classificazione
- CNI 5
- Muntoni 2
- Berman 15
Bibliografia
- AA. VV., Corpus Nummorum Italicorum (CNI) Vol. XV Roma (1a parte), 1932
- BERMAN A.G., Papal Coins, a complete catalogue of the coins of the Popes from the middle ages to the present, 1991
- CAMILLINI R., Serate in chat : Le monete pontificie, Articolo – Lamoneta.it 2009
- CASTIGLIONI C., Breve Storia dei Papi, Milano 1959
- CINAGLI A., Le monete de’ papi descritte in tavole sinottiche, Fermo 1848
- FUSCONI G., Gli Antiquiores romani-Le monete coniate dalla zecca di Roma da Adriano I (772-795) a Benedetto VII (975-983), Edizioni Varesi Pavia 2012
- GRIERSON P; BLACKBUM M., Medieval European Coniage (MEC) Volume 1, Cambridge 1986
- MUNTONI F., Le Monete dei Papi e degli Stati Pontifici, Roma 1972-1974
- PROMIS D., Monete dei Romani Pontefici avanti il mille, Torino 1858
- SERAFINI C., Le monete e le bolle plumbee pontificie nel Medagliere Vaticano, Milano 1913
- TRAVAINI L., Le zecche Italiane fino all’Unità, Roma 2011

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