Questi lingotti o pani di bronzo, pur non avendo ancora la forma circolare e la coniazione tipica delle monete moderne, costituivano un significativo passo avanti rispetto all’Aes Rude, il cui valore era determinato esclusivamente dal peso e che richiedeva una pesatura ad ogni transazione. Con l’Aes Signatum, l’impressione di un segno su pezzi di peso e forma più o meno standardizzati introduceva un elemento di garanzia da parte di un’autorità, facilitando gli scambi e riducendo la necessità di una verifica continua del peso. Le immagini impresse potevano essere figure di animali (come buoi, aquile, delfini), rami, o altri simboli che richiamavano il potere o l’economia del tempo.
L’introduzione dell’Aes Signatum, avvenuta presumibilmente nel IV secolo a.C., rifletteva le crescenti esigenze di un’economia romana in espansione. A mano a mano che Roma intensificava i contatti commerciali e le attività militari, necessitava di un mezzo di scambio più efficiente. Sebbene ancora grezzo, l’Aes Signatum forniva una maggiore comodità e fiducia rispetto al mero bronzo grezzo.
Le dimensioni e il peso degli Aes Signatum potevano variare, ma si riscontra una tendenza verso una certa standardizzazione. Il peso oscillava tra 1,150 kg e 1,850 kg che corrispondeva a circa 5 libbre romane ovvero il valore di 5 assi.
La loro produzione era legata a zecche o officine che operavano sotto il controllo, seppur embrionale, dello Stato, rappresentando un precursore delle emissioni monetarie ufficiali. La loro funzione non era solo economica, ma anche simbolica, veicolando i primi messaggi iconografici dell’autorità romana attraverso il metallo. L’Aes Signatum testimonia quindi la transizione da un’economia basata sul baratto e sul metallo sfuso a un sistema monetario più organizzato, preparando il terreno per l’era delle monete coniate.
In particolare i lingotti presentano delle figure, una per lato, quasi una sorta di tipi primitivi. Queste le coppie più diffuse:
- aquila che tiene un fulmine tra gli artigli – un Pegaso in volo
- una spada – il suo fodero
- il lato esterno di uno scudo – il lato interno di uno scudo
- un elefante – un maiale
Aes Signatum visto da vicino

Æ – 155x85x15 mm – 1578,50 g.
Su un lato una spada e nell’altro il fodero con protezione della maniglia nella parte superiore, anello per appenderlo e protezione della punta nella parte inferiore.
(Heritage Auctions – Auction 3118 – ago. 2024 – lot. 33034)
Bibliografia
- Crawford 8/1
- Thurlow-Vecchi AS 16
- HN Italy 260. Aes Grave
- E L Haeberlin, 1910, Plate 32
- Le Monete dell’Italia Antica, G Garrucci, 1885

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