Il Berretto Frigio è un tipo di copricapo con l’estremità arrotondata e ricadente in avanti, che ha assunto un ruolo iconografico di primaria importanza nella storia e nella numismatica come emblema universale di libertà.
Originariamente, questo berretto era indossato dalle popolazioni della Frigia (antica regione dell’Asia Minore), da cui prende il nome, e da altri popoli orientali. Nell’antichità romana, il berretto frigio (chiamato pileus) era associato agli schiavi liberati. Quando uno schiavo otteneva la libertà, gli veniva posto in testa un pileus come segno della sua nuova condizione di uomo libero. Questa associazione con la manomissione (liberazione degli schiavi) ne ha consolidato il significato di libertà.
Il suo simbolismo fu riscoperto e potentemente riaffermato durante la Rivoluzione Francese (fine XVIII secolo), dove divenne il simbolo per eccellenza della libertà e del repubblicanesimo. Conosciuto anche come “berretto della libertà”, fu adottato dai rivoluzionari come distintivo e apparve ampiamente nell’iconografia dell’epoca, dalle stampe alle bandiere, e naturalmente, anche sulle monete.
Nella numismatica, il Berretto Frigio è un motivo ricorrente su monete coniate in periodi di grandi cambiamenti politici o di affermazione di ideali repubblicani e libertari. La sua presenza indica chiaramente i valori che l’autorità emittente intendeva promuovere. Ad esempio, lo si trova spesso su monete delle repubbliche giacobine italiane (come la Repubblica Romana o la Repubblica Partenopea) o su emissioni di stati che celebravano la loro indipendenza o la loro natura repubblicana.
Il Berretto Frigio, con la sua forma semplice ma il suo potente messaggio, è un elemento chiave per i numismatici che studiano la propaganda politica e l’evoluzione dei simboli di libertà attraverso la monetazione.

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