Modoetia Numismaticae © 2022

Modoetia Numismaticae

P,p

Palladio  Statuetta di Minerva.


Pallio  Gran mantello.


Paludamento Manto degli imperatori.


Paludato  Che porta il paludamento.


Paolo Moneta papale coniata durante il pontificato di Giulio III, insieme a multipli e frazioni. Il termine si estese a monete di altre regioni d'Italia  per esempio, in Toscana, dove si ebbe un Paolo suddiviso in 10 Baiocchi.


Papetto Moneta argentea del valore di 2 Paoli o 20 Baiocchi, coniata nello Stato Pontificio da Papa Benedetto XIV e Papa Pio IX. Venne così chiamata perchè riportava la figura del Papa.


Papiensi Erano denominati denari Papiensi o Papiesi le monete in argento battute nella zecca di Pavia dagli Imperatori e re d'Italia germanici, a partire da Ottone I (962-967), monete che acquistarono grandissimo credito per la qualità della lega, che all'inizio conteneva, per ogni Denaro 1,155 gr. di argento fino.


Parazonio Spada corta e tozza entro guaina.


Parma (greco)  Targa, piccolo scudo.


Parole speciali Vi sono delle voci tecniche nella numismatica e delle voci archeologiche, alcune delle quali si adoperano in greco o in latino, altre più o meno italianizzate; ma che hanno un significato speciale, e occorrono frequentemente nella descrizione delle monete, o nel discorso generale relativo alla numismatica. Di alcune di queste è stata data la spiegazione nella nomenclatura che precede; ma delle molte altre, cui non è accaduto di accennare, ritengo opportuno dare il seguente elenco per ordine alfabetico


Parpagliola Moneta di mistura, coniata originariamente in Provenza (secolo XIV e XV), poi in Svizzera, in Savoia, in Piemonte, a Milano. Aveva un valore di due Soldi e sei Denari e generò anche la Doppia e la mezza Parpagliola. In tempi abbastanza recenti (1808), le Parpagliole ricomparvero a Milano ed ebbero corso fino al 1822.


Patachina o Petachina Moneta di valore di 1/4 di grosso, equivalente al Sesino. Vide particolare diffusione nei territori di Genova e Savona.


Patente, croce Si dice della Croce quando i bracci si vanno allargando dal centro all'estremità.


Pàtera  Piatto con piede e anse, o scodella piatta per i sacrifici,


Patientia "Pazienza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Patina Requisito molto importante ai fini del valore delle monete antiche di bronzo, soprattutto greche e romane. E’ il prodotto dell'ossidazione sulle monete di bronzo. Secondo la materia in cui sono rimaste le monete per alcuni secoli, varia il genere di ossidazione ricevuta alla loro superficie. Alcune presentano un bel verde malachite, altre un color celeste, rosso, bruno o nero. Una bella patina aggiunge molto pregio ai bronzi, e, se è naturale (perché si fanno anche patine artificiali), è indizio sicuro di autenticità,


Pax "Pace". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Pax Et Ubertas Pace ed abbondanza. Ecco ciò che prometteva Enrico di Lorena, duca di Guisa, durante la ribellione del 1648, al popolo napoletano. Le parole furono incise nel rovescio delle monete da 3 tornesi dette pubbliche del popolo intorno ad un ramo d'ulivo unito a quello di frutta.


Pax Regum La pace tra Enrico II re di Francia e Filippo II re di Spagna conclusasi col trattato di Cateau Cambresis (1559). L'avvenimento fu tramandato sulle monete da 3 cavalli appositamente coniate.


Pedum  Bastone da pastore.


Pegaso  Cavallo alato.


Pegione Nome volgare dato ad alcuni grossi di Milano di Galeazzo II e Barnabò Visconti e poi generalizzato a tutti i grossi da 1 soldo e 1/2.Sembre che il nome derivi dalla cattiva interpretazione che il popolino aveva dato della piccola aquila spiegata che compare su queste monete, scambiata per un piccione.

 

Pelta  Targa o piccolo scudo di pelle (proprio delle Amazzoni).

 

Peristilio  Porticato intorno ad un cortile.

 

Perpetvitas "perpetuità, simile ad eternità". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Peso Monetale o Monetario Un peso monetario (o peso monetale) è un pezzo di metallo, per lo più di bronzo o di ottone che veniva usato per verificare il peso delle monete in met\allo prezioso, che potevano andare soggette al fenomeno della tosatura, la pratica illegale con cui si asporta parte della moneta per ricavarne metallo prezioso. La forma può essere rotonda, quadrata o rettangolare. Le immagini riportate sulle facce possono variare. A volte al dritto è raffigurata la moneta da pesare. Al rovescio ci possono indicazioni del luogo in cui è realizzato il peso della moneta e le iniziali del produttore, o i timbri dell'autorità di verifica dei pesi. Altre volte la moneta da pesare è indicata con testo o con numeri. L'altra faccia può essere semplicemente liscia.


Petaso   Cappello comune di feltro a larga tesa. Pètaso alato è quello di Mercurio,


Pezza Denominazione generica di alcune monete di vario valore. In Toscana si chiamò Pezza una moneta fatta coniare per il Levante dal granduca Ferdinando dè Medici nel 1665.


Pezzi Così erano chiamate, al principio del XIX secolo, le piastre di Spagna. Avevano corso con il valore di 125 grana pari a 5,35 lire.

 

Piastra Nome generico col quale si indicano le monete d'argento di grande modulo. Deriva dallo spagnolo, equivale allo scudo e venne introdotta in Italia dagli spagnoli nel XVII secolo. Moneta bolognese del valore di un Testone romano nel secolo XVI; più tardi passò ad indicare gli scudi romani, bolognesi e fiorentini, di tre testoni di valore. A Napoli venne coniata dai Borboni con il valore di 120 Grani. Venne emessa negli Stati Pontifici e anche in altri stati regionali italiani; celebri sono le piastre granducali con la scena del Battesimo di Gesù.

 

Picciolo Nome di una moneta fiorentina del valore di un quarto di Quattrino. Una moneta da due Piccioli in mistura venne coniata in Sicilia durante il brevissimo periodo di sovranità Sabauda.


Pictavini Furono denominati denari Pictavini quelli battuti dai conti di Poitou nella loro zecca di Pictavi (Poitiers) e in seguito anche in altre zecche come ST. Jean d'Anglely, a Niost e a Melle. Anche se l'origine del nome proviene da quello della zecca di Potiers, la zecca di Melle ha una grande importanza nella storia monetaria di questo paese, grazie ai ricchi giacimenti d'argento situati in quella regione. Il conio riporta nella leggenda circolare al diritto, il nome di Carlvs rex, e al rovescio, a tutto campo la leggenda in due linee MET ALO, ossia l'origine primitiva del nome di Melle METVLVM, cambiato in METALLVM. La buona lega del metallo determinò il suo uso fino alla comparsa del Denaro Tornese.

 

Piede Numero di pezzi che possono essere prodotti con una certa quantità di metallo (prezioso).


Piedfort  Parola francese che indica una moneta coniata su un tondello più spesso del solito. Pezzi in oro o in argento o anche in rame con peso doppio, triplo o quadruplo rispetto a quello della corrispondente moneta.

 

Pietas "Pietà, obbedienza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.

 

Pileo Berretto appuntito, per es. quello dei Dioscuri o quello rivoluzionario francese.

 

Pileo  Berretto a forma conica, portato dai Dioscuri.


Pirreale Reale di Pietro, moneta coniata a Messina, col valore di 1 reale da Pietro III d'Aragona (1282-1285).


Pistola Nome di uno scudo d'oro di Giovanna la Pazza e di Carlo V. In seguito si indicarono con tale nome tutti gli Scudu e specialmente le Doppie.


Plettro  Strumento per toccare le corde della lira.

 

Plutone "Dio importante, fratello di Giove". Divinità personificate di Dei, Semidei ed Eroi si trovano di frequente raffigurate sul lato principale delle monete al tempo della Repubblica Romana. In seguito con la fondazione dell'Impero prenderanno posto sul rovescio della moneta.


Pòcolo  Vaso da bere, bicchiere.


Popago Imperii Motto inciso su carlini e tarì di Carlo VI imperatore e re di Napoli a ricordo del figlio nato nel 1716.


Popolino Fiorino d'argento, coniato a Firenze nel secolo XIII, che portava raffigurati San Giovanni Battista e il giglio. Il titolo dell'argento di questa moneta, dato l'alto grado di raffinamento raggiunto, fu chiamato argenti di popolino ed il titolo divenne misura legale obbligatoria per le successive emissioni. A quell'epoca erano anche noti il Popolino di Roma con la figura del leone e quello di Lucca in mistura del 1369.


Populorum Quies Parole incise intorno ad un fascio di spighe in alcune monete in rame di Filippo IV coniate nel 1622. Il significato è evidente. Occorreva dare pane al popolo per aver pace, ma i fatti non corrispondevano alle parole.


Postuma Coniazione effettuata dopo la morte del sovrano raffigurato o del quale porta il nome.


Posulatum o postulatum  Argento puro.


Potenziata, croce Quando i bracci finiscono a T greco.


Potin (francese)  Bassa lega d'argento.


Prefericolo  Vaso pei sacrifici.


Pretesta (praetexta)  Toga con lembo purpureo, portata dai giovani nobili, dai magistrati e dai sacerdoti.


Pretorio  La tenda del comandante d'un esercito, detto perciò Prefetto del Pretorio.

 

Priapo "Dio della generazione (fecondo)". Divinità personificate di Dei, Semidei ed Eroi si trovano di frequente raffigurate sul lato principale delle monete al tempo della Repubblica Romana. In seguito con la fondazione dell'Impero prenderanno posto sul rovescio della moneta.


Prometeo "Eroe del progresso". Divinità personificate di Dei, Semidei ed Eroi si trovano di frequente raffigurate sul lato principale delle monete al tempo della Repubblica Romana. In seguito con la fondazione dell'Impero prenderanno posto sul rovescio della moneta.


Proof Termine inglese, ved. "Fondo a specchio" (cfr.).

 

Proof Vocabolo inglese che equivale a quella italiana fondo specchio (FS).  (o "fondo a specchio") - moneta il cui tondello prima della coniazione viene lucidato e viene battuta usando conii di particolare qualità. Si tratta di una produzione indirizzata ai collezionisti.


Protector Cristianorum Leggenda apposta, assieme all'impronta della croce, in una moneta d'oro di Guglielmo II il Buono. Si riferisce alla lotta sostenuta contro i musulmani di Sicilia e di Africa.


Pròtome Parte superiore d'uomo o d'animale.


Prova (Essay) - tondello che viene battuto per verificare il disegno di una nuova, prima di iniziarne la produzione.


Prova di zecca Progetto di moneta, che può essere stato approvato o respinto.

 

Prove di conio Sono alcuni rarissimi bronzi, che essendo coniati da un lato solo, mentre l'altro non offre alcuna traccia di lavorazione, si ritengono prove fatte dall'incisore per rendersi conto del proprio lavoro; se ne conoscono pochissime,

 

Provvidentia "Provvidenza, Previdenza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Pubblica Moneta in rame del valore di quattro cavalli coniata nel 1585. Prese il nome dalla leggenda: "Publicae commoditati" incisa nel giro della moneta. Da allora questo nome fu dato a tute le monete di scarso valore.


Pulvinare  Letto di cerimonia.


Punzone  Asta di metallo che reca all'estremità una lettera o un segno in positivo che è usato per imprimere il disegno della moneta su un conio.


Pvdicitia "Castità, Modestia, Pudicizia". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.