Modoetia Numismaticae
Obolo Deriva dal greco Obolos, era l'unità monetaria pari a 1/6 di Dracma e 1/12 di Statere. Coniata prevalentemente in argento, ne esistono anche d'oro e di bronzo. In età romana, il termine indicò la moneta spicciola; nella tradizione greca l'Obolo di Caronte fu la moneta che ogni morto doveva pagare per avere il permesso di passare l'Acheronte. Nel Medio Evo l'Obolo fu detto il mezzo Denaro e, successivamente, il mezzo Grosso. Monete da un Obolo d'argento furono coniate a Susa da Umberto II (1080-
Obrusion o obriza (greco) Oro purissimo.
Officina Reparto d’una zecca romana o bizantina.
Offset Stampa ottenuta sfruttando il principio della repulsione idrica: un rullo viene inumidito e quindi inchiostrato; le parti del rullo incise ricevono l'inchiostro, le altre lo respingono. Il rullo viene poi posto a contatto con un altro rullo, di gomma, che riceve l'impronta e la trasmette alla carta.
Omnes ab ipso Parole incise, intorno ad un sole splendente, nel rovescio delle monete da 15 grana coniate nel 1620. Il sole di cui beneficiavano tutti era Filippo III, effiggiato a mezzo busto nel dritto della moneta.
Oncia Moneta romana equivalente alla dodicesima parte dell'asse ed aveva 1 solo globetto come segno di valore. In epoca moderna fu adottata in Sicilia dove Carlo III la fece coniare sia in argento che in oro, sempre col valore di 30 tarì. L'oncia d'oro venne usata nel Medio Evo (secolo XI-
Ongaro Moneta in oro da 3,40 g. e corrispondente al fiorino, coniata in Ungheria nella prima metà del 1300. La tipologia prevede una figura maschile in armatura ( Duca, Conte o Principe) da una parte e una cartella ornata con scritta al centro dall'altra. Nome dato in Italia (forse questo termine è nato dal veneto e per significare ungherese) al Ducato o Fiorino ungherese. Imitato nelle monete di vari paesi per il suo basso titolo d'oro, in confronto con il Fiorino di Firenze o il Ducato di Venezia. Le coniazioni più cospicue si ebbero nei Paesi Bassi ma anche a Bozzolo, Guastalla, Mantova, Modena, Parma, ecc. Dato che erano contrassegnate da un guerriero in larghe braghe, erano detti anche Bragoni.
Ops "Opulenza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.
Oricalco Bronzo giallo, ottone. Lega di bronzo adoperata per il sesterzio ed il dupondio nel primo periodo dell'impero romano.
Orlo Margine estremo e rilevato del bordo della moneta.
Oro Il suo simbolo chimico è Au, normalmente viene adoperato in oreficeria al titolo di 750/1000, mentre per la coniazione di monete il titolo preferito è stato quasi sempre di 900/1000.
Oro nordico Lega usata nelle monete 10, 20 e 50 euro-
Osella Moneta d'argento veneziana coniata per la prima volta dal doge Andrea Gritti nel 1521. Veniva donata dal doge ai nobili del Maggior Consiglio in sostituzione di 5 anitre selvatiche (dal veneziano osél=uccello, da qui il nome) che, per antica consuetudine, venivano loro donate alla fine dell'anno. Le Oselle presentano figurazioni storico-
Ossidionali, monete Nome generico dato agli esemplari di necessità coniati nel periodo di assedio delle città. Monete d'emergenza battute dagli assediati e/o dagli assedianti, quando si verificava una carenza di circolante durante un assedio. In senso lato tutte le monete battute nel corso di operazioni militari.