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Modoetia Numismaticae

C,c

Caduceo o Caducèo: Bastone dell'araldo; bastone di Mercurio  intorno alla quale sono attorcigliati due serpenti.


Cagliarese: Moneta originariamente di lega mista, poi di rame, battuta da Ferdinando il Cattolico nella zecca di Cagliari, in pezzatura semplice e doppia, nel secolo XVI, equivalente a due Denari di Lira sarda. Carlo II di Spagna la batté solo di rame. Vittorio Amedeo II fece coniare a Torino e a Cagliari anche pezzi da tre, Carlo Emanuele III autorizzò il sottomultiplo di Mezzo cagliarese. Nel 1816 si ebbe l'ultimo conio, multiplo, pari a tre Cagliaresi, da parte di Vittorio Emanuele I.


Campo: Si intende lo spazio libero sulle due facce di una moneta, ossia l'area non occupata dalla testa, dei tipi o dalle leggende.


Capellina: Moneta d'argento del Duca di Modena. Veniva così chiamata perché raffigurava il Duca con i capelli lunghi. Il suo valore era di due Soldi e 6 Denari.


Cappellone: Moneta d'argento del Duca di Modena, Francesco III d'Este (1737-1780) così chiamata perché vi era raffigurato il Duca con lunga chioma. Di bassa lega, valeva 6 Soldi e 8 Denari. Per quanto riguarda il Regno d’Italia, vedi anche Elmetto.


Carantano: Nome italiano dato al grosso dei Conti di Tirolo, quando divennero Duchi di Carinzia( 1286). Fino al 1858 fu così chiamata, nel Lombardo-Veneto, la pezzatura del Kreuzer del valore di 1/60 di Fiorino.


Carato: Unità di misura pari a 0,19 grammi, cioè 1/24 di oncia, che esprime il titolo aureo .Viene usato per quantificare le parti di oro in una lega. Un carato equivale ad una parte di oro su 24  18 carati è pari a 750 di fino.


Caritas: "Carità a volte Claritas". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Carlino: Moneta coniata per la prima volta nel Regno di Sicilia da Carlo I d'Angiò (1278). La coniazione fu identica per i pezzi d'oro e per quelli d'argento sul diritto era coniato lo scudo partito (diviso) di Francia e Gerusalemme, sul retro la scena del saluto angelico, da cui anche i nomi di Saluto d'argento e Saluto d'oro. Un Carlino d'oro del valore di 14 Carlini d'argento fu coniato da Carlo II d'Angiò; nel 1303 si ebbe sotto Carlo II il Carlino gigliato con una croce gigliata impressa su una faccia. In seguito si usò una lega bassa per monete del valore di un decimo di Ducato, il mezzo Carlino d'argento e spezzati in rame. La moneta, diffusasi ovunque, subì contraffazioni e imitazioni. Con il nome di Carlini furono chiamate altre monete coniate in altri Stati, come il Carlino di Rodi, prima gigliato e poi con altri conii; il Carlino romano, emesso dal senato romano sulla fine del secolo XIV, il Carlino papale, coniato dai papi (il primo è quello di Urbano V, 1367). Con Giulio II, il Carlino, in seguito alla riforma monetaria, prese il nome di Giulio. Carlini di lega mista si ebbero con Benedetto XIV, il quale diede al Carlino il primitivo nome Carlino romano (secolo XVIII), così fecero anche Clemente XIV e Pio VI. Il duca di Savoia, Carlo Emanuele I coniò un Carlino pari a dieci Scudi d'oro; il re Carlo Emanuele III oltre al Carlino del valore di dieci Scudi, coniò pezzature del valore di cinque Doppie. Vittorio Emanuele II ne coniò del valore di 150 Lire piemontesi. I Carlini sabaudi furono coniati tutti in oro. Il nome di Carlino fu dato per l'ultima volta al pezzo da 20 Franchi, coniato nella zecca di Parigi per il principe Carlo III di Monaco.


Carpento: Carro funebre tirato da due mule e destinato alle Auguste.


Cavallo: Moneta di rame coniata (1472) sotto Ferdinando I d'Aragona re di Napoli e di Sicilia, del valore di un Denaro o di 1/12 di Soldo. Coniato la prima volta nella zecca di Napoli e poi nelle altre zecche del regno (Aquila, Amatrice, Capua, Sulmona, ecc.).Portava sul verso il busto del sovrano con la corona radiata, sul retro un cavallo passante e la scritta Equitas rex regni. Ebbero tale nome anche varie monete sotto Carlo VIII di Francia. Il Cavallo fu abolito nel 1498 e sostituito, da Federico d'Aragona, con il Sestino o doppio Cavallo. Nel 1626, sotto la dominazione di Filippo IV di Spagna, il Cavallo fu di nuovo coniato secondo le impronte originarie e si ebbero multipli, con impronte varie, di 2,3,4,6 e 9 Cavalli. Con Ferdinando IV si ebbe anche una pezzatura da 12 Cavalli. Nel 1815 il Cavallo fu sostituito dal Tornese che era pari a 6 Cavalli.


Cavallotto: Moneta d'argento o di varia lega, che prende il nome da un cavallo solo, montato da un principe o da un santo, inalberato o passante, impresso su di una faccia della moneta. Battuta in vari Stati dell'Italia settentrionale nei secoli XV e XVI era di valore variabile.


Cella: Moneta d'argento fatta coniare ad Aquila da Giovanni II di Napoli (1414-1435). La Cella valeva 1/4 di Carlino e fu detta anche Quartarolo e anche Trentina poiché si divideva in 30 Denari. Sul diritto era impressa l'immagine di San Pietro e sul rovescio l'aquila. Successive emissioni della Cella si ebbero con Renato d'Angiò (1435-1442) e con Alfonso d'Aragona, finché nel 1458 ne fu vietato il conio. La moneta scomparve dalla circolazione verso il 1480. La Cella veniva così chiamata perché raffigurava un'aquila ad ali spiegate, aucella.


Centauro: Figura con la parte superiore umana e quella inferiore equina.

 

Centenionale: Piccola moneta romana in bronzo, valutata la centesima parte del miliarese.

 

Centesimo: Centesima parte della lira, del Franco, o di qualsiasi altra valuta decimale.

 

Centum: Termine latino per indicare un centesimo dell'unità monetaria. In inglese cent, italiano centesimo, altre lingue centavos, centimos, centesimos, centimes.

 

Cerchio di perline: Serie di piccoli puntini che orlano la maggior parte delle monete.


Cerere: "Dea dell'Agricoltura". Divinità personificate di Dei, Semidei ed Eroi si trovano di frequente raffigurate sul lato principale delle monete al tempo della Repubblica Romana. In seguito con la fondazione dell'Impero prenderanno posto sul rovescio della moneta.

 

Cervia: Moneta di Massa coniata da Alberico Cibo Malaspina con al rovescio un cervo.

 

Chimera: Pantera alata.

 

Cianfrone: Inizialmente chiamato fluni e poi cianfrone, vennero così chiamate le monete tassate ed adulterate. dapprima scudi, poi mezzi scudi, coniati a Roma, Napoli nel XVI-XVII secolo.

 

Cibele: "Madre degli Dei (Orientale)". Divinità personificate di Dei, Semidei ed Eroi si trovano di frequente raffigurate sul lato principale delle monete al tempo della Repubblica Romana. In seguito con la fondazione dell'Impero prenderanno posto sul rovescio della moneta.

 

Cista: Cesta mistica per i misteri di Bacco.


Cistòforo: Moneta d'argento propria dell'Asia Minore, che continua anche dopo la conquista romana, e che si conosce volgarmente sotto il nome di Medaglione d'argento di conio asiatico. Le rappresentazioni figurate su tali monete avevano da principio rapporto al culto di Bacco, fra cui specialmente si vede la cesta mistica (cista) coi due serpenti, da cui presero


Clementia: "Clemenza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.

 

Clessidra: Orologio a polvere.


Clipeo: Scudo rotondo, arma di difesa.

 

Collare: Anello esterno usato nel processo di coniazione che tiene fermo il tondello mentre viene colpito dagli altri conii. A volte reca un terzo conio. Può essere segmentato o virole brisee come espediente tecnico inventato nel sedicesimo secolo per marcare il contorno delle monete.


Concordia: Divinità che presiedeva all'unione delle famiglie, delle case e dei cittadini. Fra i molti templi a lei consacrati, il più splendido sorgeva in Campidoglio e lì si radunava il Senato nelle più solenni riunioni. Nella monetazione imperiale compare spesso la figura di questa dea. L'effige della dea Concordia (tratta da un Denaro repubblicano della gens Aemelia) è rappresentata anche sulla moneta d'argento da Lire 1000 coniata dalla Repubblica italiana  nel 1970 in occasione del centenario di Roma Capitale.

 

Congiario: Distribuzione di denaro o di viveri al popolo (Congiarium, Liberalitas, Largitio).

 

Coniate a martello: Monete fatte a mano percuotendo il conio superiore con un martello.

 

Coniazione: Operazione di stampo di oggetti metallici, monete e medaglie. Per la coniazione si impiegano metalli di non grande durezza e leghe varie; oggi vengono largamente impiegati i metalli leggeri e le loro leghe. La coniazione di monete, però, il cui potere di acquisto doveva esser pari al valore reale in peso, impone l'impiego di metalli pregiati anche per garantire l'integrità delle incisioni durante il tempo e, quindi, il riconoscimento della stessa senza ricorrere a misure di peso. Mentre per monete di valore unitario si impiega nella coniazione l'oro e l'argento, per le monete divisionali si impiegano metalli non nobili quali  rame, nichel, alluminio e leghe derivate. L'opera di coniazione di una moneta o di una medaglia è compiuta in una sola volta, incidendo contemporaneamente le due facce e stampando sul bordino, se necessario, iscrizioni o zigrinature.


Conio: Utensile per stampare o incidere metalli, costituito da un blocchetto di acciaio duro con incise in cavo lettere e figure da imprimere sui metalli. Viene principalmente adoperato nelle zecche per l'incisione di medaglie o monete.


Conio di incudine: Il conio inferiore della coppia entro cui una moneta veniva battuta. Era solitamente fisso e detto Pila.


Conio di martello Il conio superiore, mobile, anche detto Torsello.


Consacrazione, monete di: Presentano, nella leggenda, la scritta "consecratio"; Nella monetazione romana classica è una moneta postuma emessa in occasione della deificazione dell'effigiato.


Conservazione: Uno degli elementi che contribuisce a determinare il valore di mercato di una moneta è indubbiamente lo stato di conservazione, per una descrizione più dettagliata invitiamo il lettore a leggere le note nella sezione cataloghi di questo sito. E' importante non concentrarsi esclusivamente alla conservazione eccellente delle monete ma quanto all'aspetto storico e artistico. Le principali conservazioni sono  Bello B (cfr.), Molto Bello MB (cfr.), Bellissimo BB (cfr.), Splendido SPL (cfr.), Fior di Conio FDC (cfr.). Cosi si dice ruspa o a Fior di conio una moneta che si trova ancora nello stato in cui uscì dalla zecca; bella, chiara o di prima conservazione se, quantunque sia stata in corso, si presenti ancora in buonissimo stato; poi di seconda conservazione, di terza, di mano in mano che la moneta si trova deteriorata dall'uso, e infine la si dice logora o frusta quando l'impronta, è quasi del tutto scomparsa, e ne rimane poco più che il metallo.


Constantia "Costanza". Questo termine che si trova frequentemente sulle monete romane si riferisce a personificazioni allegoriche che sono una eredità della civiltà greca. A molte di queste pur non avendo sede nell'Olimpo, erano stati dedicati templi e altari in Roma e in moltissime città dell'Impero.


Contornato o Contorniato Medaglioni romani in bronzo che hanno, circolarmente, un solco inciso. Poichè molti offrono rappresentazioni che si riferiscono ai giochi, si pensa servissero quali tessere d'ingresso al circo ed al teatro. è una specie di tessera, o medaglia, del diametro dai 25 ai 40 millimetri, per lo più fusa, raramente coniata, e talora anche incisa a mano, che ha dei caratteri che la distinguono dalla vera moneta. I Contorniati sono prodotti del III e IV secolo, e il nome venne loro da un solco circolare, o contorno, inciso ai due lati, il quale forma una specie di cornice alle impronte.


Contorno o ghiera La parte esterna circolare, compreso fra le due facce, che costituisce lo spessore della moneta detto anche taglio. Spesso contiene lettere o altre decorazioni segni e leggende o zigrinature per evitare possibili tosature.


Contromarca Lettera o simbolo punzonato sulla faccia d’una moneta, di solito con lo scopo di cambiarne il valore e/o l'autorità.


Cornabò Moneta in argento coniata nelle zecche di Torino e Vercelli nei secoli XV-XVI dai duchi di Savoia; a Casale dai marchesi di Monferrato; a Crevacuore dai Fieschi di Masserano e a Montanara dai Ferrero.

 

Cornucopia Corno dell'abbondanza o di Amaltea, simbolo della fecondità della Terra e della prosperità degli uomini. Secondo il mito, Amaltea, la capra che aveva allattato Zeus, un giorno si ruppe un corno contro un albero. Le ninfe lo raccolsero e lo riempirono di fiori e l'offrirono a Zeus, il quale promise loro che dal corno sarebbe scaturito tutto ciò che avessero desiderato. Col passare del tempo la cornucopia si staccò dalla originaria leggenda e il corno che la rappresentava non fu più quello della capra. Il corno dell'abbondanza è riprodotto sul verso della moneta italiana da 1 lira coniata per la prima volta nel 1954.


Cornùpete  Dicesi del toro che assalta con le corna abbassate.

 

Cornuto Nome dato in Piemonte e nella Savoia ai grossi da 5 con al rovescio uno stemma sormontato da cimiero con ali (volgarmente chiamate corna).

 

Corona Moneta di grande modulo, prevalentemente coniata in metallo prezioso.

 

Corona  È l'ornamento che fregia la testa degli imperatori o delle divinità rappresentate sulle monete, ed è di diverse specie; corona d'alloro (di foglie d'alloro); corona radiata (con raggi o punte); corona civica (di foglie di quercia); corona rostrale o rostrata (ornata di rostri), detta anche " classica " o "navale "; corona murale o turrita (ornata da un fregio rappresentante mura e torri); corona d'edera, di mirto, di giunchi o di rose.

 

Coronato Monete in argento del valore di un carlino fatte coniare da Ferdinando I d'Aragona a ricordo della sua incoronazione, avvenuta in Barletta nel 1458.

 

Corso legale Moneta, o più in generale valuta che deve essere accettata in pagamento.


Cotale Rara moneta fiorentina in argento purissimo, la cui esistenza sfugge alla gran massa dei collezionisti. Sul diritto reca un grande giglio con due fiori laterali. Sembra che sia stata coniata per la prima volta intorno al 1500 e che il suo valore corrispondesse a quello di un Giulio. Moneta fiorentina coniata nel 1503. L'anno successivo prese il nome di barile o gabellotto, poichè serviva per pagare il vino e la gabella.


Crazia Moneta fiorentina di lega mista, del valore di 5 Quattrini, coniata da Cosimo I de'Medici. Ebbe vari pesi e valori dei quali i più comuni furono i pezzi di mezza Crazia e di due Crazie. Per la sua comodità venne imitata dai duchi di Urbino nella loro zecca di Pesaro e dai Cybo Malaspina a Massa di Lunigiana.


Cremonese Nome dato sia al grosso che al denaro di Cremona coniati dalla Repubblica (1151-1330).

 

Crestato  Si dice dell'elmo terminato a foggia di cresta,


Cristoforo Argentea moneta dell'Asia minore che reca su un lato la cista mistica. Fu coniata anche da imperatori romani.


Crocione Moneta in argento 872 di grammi 29,52 coniata nel ducato di Milano e Mantova da Giuseppe II annualmente dal 1786 al 1790, da Leopoldo II nel 1791 e 1792 e da Francesco II dal 1792 al 1796 e del 1799 e nel 1800. Valeva 7,50 Lire milanesi (la lira milanese valeva circa 0,765 Lire). Vengono così chiamate quelle monete in argento di grande modulo (scudi) che recano al rovescio una grande croce.


Cùbito  Antica misura di lunghezza.


Cufiche Monete arabo-normanne che portano caratteri cufici (da Cufa, città sull'Eufrate e capitale dell'impero dei Califfi).


Cupronichel Bronzo in ottima lega di rame-nichel, molto in uso presso le zecche tedesche per coniazioni anche in versione Fondo specchio.


Curùle  Sedia dei consoli.