Modoetia Numismaticae
Pietro II di Savoia detto il Piccolo Carlomagno (Suze, 1203 – Pierre-
Biografia.
Originariamente le fortune di Pietro di Savoia, che da giovane fu un semplice cadetto della casata, si dispiegarono in Inghilterra. Infatti sua zia, Eleonora di Provenza, si sposò nel 1236 con il re Enrico III d'Inghilterra; Eleonora riuscì in breve tempo a fare accettare alla corte d'Inghilterra parenti e compatrioti provenienti dalla Provenza e dalla Savoia[1]. Eleonora infatti invitò in Inghilterra tre dei fratelli di sua madre Beatrice e del conte di Savoia, Amedeo IV, figli del conte Tommaso I; tutti e tre ebbero una brillante carriera: Bonifacio, nel 1245 divenne arcivescovo di Canterbury, Pietro appunto, che il re in persona aveva investito a cavaliere del Regno a Westminster e che divenne Conte di Richmond (1241-
Quando seppe del decesso di Bonifacio di Savoia, Pietro si trovava dunque in Inghilterra. Secondo la legge salica che vigeva nei domini sabaudi, tra l'altro contestata dalle sorelle, lui era il destinato alla sovranità, nonostante fosse solamente lo zio del defunto conte. Salito al governo in un periodo difficile per la Casa Savoia, con i numerosi figli di Tommaso I che cercavano di prevalere gli uni sugli altri, Pietro II si dimostrò subito combattivo e determinato: Amedeo IV aveva infatti lasciato volontà testamentaria che, in caso di morte di Bonifacio, il trono passasse a Tommaso III di Savoia.
Di carattere Pietro non poteva sopportare di essere considerato secondo a nessuno. Faceva della spada il suo unico credo e la sua forza, tanto che quando il re d'Inghilterra gli chiese di elencargli i suoi titoli nobiliari, egli sguainò la sua spada e, brandendola in aria, rispose orgoglioso: "Questo è il mio vero titolo!" E aveva ben ragione a voler ostentare la sua passione per la guerra, in un periodo in cui non si poteva mai stare tranquilli: nel 1264 il Castello di Chillon venne attaccato dagli Asburgo e solo dopo non poche difficoltà riuscì a farli arretrare. In seguito mosse guerra a Torino e Asti e, dopo una strenua lotta, riuscì a sottomettere per un breve periodo il comune di Torino (il quale passò, in seguito, alla signoria di Guglielmo VII del Monferrato).
Di fronte a questo guerriero impavido, molti signori feudali si sottomisero, uno dopo l'altro: i signori di Gruyère, di Oron, di Champvent e di Saint-
Si deve a Pietro II di Savoia l'introduzione del blasone con la croce bianca in campo rosso, poi mantenuto dalla sua dinastia, che lo preferì al precedente recante l'aquila imperiale. Egli era anche un gran conoscitore e difensore della poesia occitana e ricevette a corte parecchi poeti in quell'idioma.[3] Privo di figli maschi, gli successe il fratello Filippo, mentre Pietro venne inumato nell'Abbazia di Altacomba, in Savoia.
Matrimonio e figli[modifica sorgente]
Nel 1234 sposò la contessa Agnese di Faucigny († 1268, sepolta nell'Abbazia di Contamine), figlia di Aimone II di Faucigny e di Beatrice di Borgogna. Dal matrimonio nacque: