100 Lire (1864-1878)
100 Lire
Oro 900‰ (Au)
Ø 34 mm, 32,25 g
©: Godronato
1° Classe [nessun difetto di conio]
Asse: Alla Francese
VITTORIO EMANUELE II
Testa del re volta a sinistra; sotto il collo, FERRARIS. Nell’esergo il millesimo.
REGNO D’ITALIA
Scudo sabaudo della croce coronato, con appeso il collare dell’ordine della Santissima Annunziata, tra due rami di alloro legati in basso con nastro. Nell’esergo il valore L • 100 ai lati il segno di zecca.(BN in monogramma).
N° | Anno | Zecca | MdZ | Tiratura | Rarità | MB | BB | SPL | FDC |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 1864 | Torino | T | 579 | R3 | € 6.500 | € 11.500 | € 20.000 | – |
2 | 1872 | Roma | R | 661 | R2 | € 6.000 | € 10.000 | € 17.000 | 33.000 |
3 | 1878 | Roma | R | 294 | R3 | € 8.000 | € 13.000 | € 21.000 | – |
Valori puramente indicativi, seguono l’andamento del mercato domanda-offerta.
Note
Dal 1861 al 1873, l’esercizio delle zecche fu ceduto in appalto, dopodiché fu assunto definitivamente dallo Stato, che vi provvide direttamente con proprio personale. Il RD 288/1861 prescrisse i termini dell’appalto generale della monetazione d’oro e d’argento del Regno, rimasero deliberatari, per la zecca di Torino, la Banca Nazionale; per quella di Napoli, la società Estivant di Parigi; per quella di Milano, la ditta Talanger et Cie di Parigi. Inoltre, fu effettuato un appalto (a cui ne seguirono altri) per la fornitura di 8 milioni di pezzi di bronzo da centesimi 10, che si aggiudicò la ditta Oeschger et Mesdach et Cie di Parigi, con fonderia e laminatoio a Biache Saint-Vaast. Tuttavia, a principiare dal 1862, l’esercizio temporaneo di tutte le zecche fu assunto, in forza della Convenzione del 21 dicembre 1861, dalla Banca Nazionale, che lo tenne fino al 31 dicembre 1873: le monete, che portano il monogramma composto dalle iniziali bn (Banca Nazionale), sono appunto di questo periodo. Se ne hanno però ancora col millesimo 1874 e 1875, perché l’appalto della zecca di Milano da parte della Banca Nazionale cessò definitivamente soltanto allo scadere di quest’ultimo anno [Carboneri 1915b, pp. 287-288].
Per quanto concerne, invece, la zecca di Napoli, il controllo completo passò alla Banca Nazionale solo dopo il 10 gennaio 1863, quando la società Estivant consegnò l’ultimo quantitativo di monete che si era impegnata a produrre [Mastroianni Bovi 1989, p. 433].
Per effetto della L 788/1862, i privati conservavano la facoltà di richiedere dalle zecche dello Stato la coniazione di monete d’oro, del nuovo sistema, pagando, secondo quanto stabilito dal RD 370/1861 quale diritto di coniazione, 7,44444 lire per ogni chilogrammo di oro fino lavorato; cosicché, l’oro fino monetato, dedotti i diritti di coniazione, veniva ad avere il valore di 3.437 lire al chilogrammo. Pertanto, il valore intrinseco delle monete d’oro era di 3.444,44444 lire al chilogrammo. Tuttavia, pur rimanendo valide le succitate norme e tariffe, sotto il regno di Vittorio Emanuele III la fabbricazione libera delle monete d’oro fu soggetta a disposizioni interne e regolata secondo le contingenze del Tesoro e delle lavorazioni di zecca, rimanendo di fatto virtualmente sospesa [Carboneri 1915b, pp. 299-300, 482, 843], per poi riprendere dal 1931 al 1938, anni in cui le monete d’oro furono coniate esclusivamente per conto di privati che, oltre a fornire il metallo, pagarono alla zecca la nuova tariffa per il diritto di coniazione di 22 lire per ogni chilogrammo di oro lavorato [MdF 1940, pp. 44, 46, 55, tab. B1, nota].
Le monete da 100 lire in oro furono coniate dal 1864 al 1878, complessivamente, in 1.534 pezzi, per un totale di 153.400 lire, esclusi i pochi esemplari coniati nel 1864 a Torino di cui non si conosce il quantitativo [Carboneri 1915b, pp. 838-839, tab. A1].
- Incisore Giuseppe Ferraris
- Regio Decreto n° 16 del 2 maggio 1861
- Le monete per Torino datate 1864, furono coniate in 474 pezzi nel 1865, 105 pezzi nel 1867 e pochissimi esemplari nel 1864. [Carboneri 1915b, p. 838, tab. A1 e nota in calce]
Bibliografia
Carboneri 1915b, pp. 297, 838 – CNI I, 53, p. 469 – Gigante 2016, 1, p. 93 – Mastroianni Bovi 1989, p. 433 – Pagani 1982, 451, p. 26 – Simonetti III, 1/1, p. 10.
- Carboneri G. 1915b, La circolazione monetaria nei diversi Stati: Monete e biglietti in Italia dalla rivoluzione francese ai nostri giorni, vol. I, Roma: Tipografia dell’Unione Editrice.
- CNI I = Corpus Nummorum Italicorum. Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medievali e moderne coniate in Italia o da italiani in altri paesi: Casa Savoia, vol. I, 1910, Roma: Tipografia della Reale Accademia dei Lincei.
- Gigante F. 2016, Gigante 2017, Catalogo nazionale delle monete italiane dal ‘700 all’euro, Varese: Gigante editore.
- Mastroianni Bovi L. 1989, Studi di Numismatica (1934-1984) del Dottor Giovanni Bovi, Napoli: Litografia Libero Nicola
- MdF 1940 = Ministero delle Finanze, Direzione Generale del Tesoro, Relazione della R. Zecca, 25 esercizi finanziari, dal 1° luglio 1914 al 30 giugno 1939-XVII, Roma: Istituto Poligrafico dello Stato.
- Pagani A. 1982, Monete italiane dall’invasione napoleonica ai giorni nostri (1796-1980), 3ª ed., Milano: Mario Ratto.
- Simonetti III = L. Simonetti, Monete Italiane Medioevali e Moderne, Casa Savoia: da Vittorio Emanuele II (1861) a Vittorio Emanuele III (1946), Monetazione all’Estero, Pesi monetali, vol. I (parte 3), 1969, Firenze: Luigi Simonetti.
Normative
- RD 16/1861: Regio decreto 2 maggio 1861, n. 16. Stabiliva l’impronta delle monete in oro da 100 lire, 50 lire, 20 lire, 10 lire e 5 lire, e di quelle in argento, con il titolo di 900 millesimi, da 5 lire, 2 lire, 1 lira e 50 centesimi.
- RD 123/1861: Regio decreto 17 luglio 1861, n. 123. Dà il corso legale alla lira italiana, ai suoi multipli e sottomultipli in tutte le provincie del regno, ammettendo però le monete d’oro a corso legale soltanto in quei posti ove già l’avevano in precedenza; lascia provvisoriamente in circolazione le monete battute dai cessati governi delle varie provincie d’Italia, e ne dà il ragguaglio con la lira italiana.
- RD 288/1861: Regio decreto 20 ottobre 1861, n. 288. Stabiliva che la fabbricazione delle monete d’oro e d’argento in tutte le zecche dello Stato, doveva essere eseguita per appalto in seguito a pubblici incanti.
- RD 368/1861: Regio decreto 8 dicembre 1861, n. 368. Approvava il tipo per l’impronta delle monete d’oro e d’argento e ne ordinava il deposito presso la Direzione Generale degli archivi del Regno.
- RD 370/1861: Regio decreto 12 dicembre 1861, n. 370. Determinava le ritenenze da farsi dalle zecche dello Stato per la fabbricazione delle monete d’oro e d’argento a pieno titolo (900 millesimi) e per l’affinazione e partizione dei metalli.
- L 788/1862: Legge 24 agosto 1862, n. 788. Legge fondamentale sull’unificazione del sistema monetario del regno; inoltre, autorizzava la fabbricazione e l’emissione di 150 milioni di lire in monete divisionarie d’argento e di 8 milioni di lire in monete di bronzo.
- RD 871/1862: Regio decreto 5 ottobre 1862, n. 871. Prescriveva l’attuazione di quanto contenuto nella legge 24 agosto 1862, n. 788, legge fondamentale sull’unificazione del sistema monetario del regno. Inoltre, fissava le dimensioni e il diametro per l’emissione dei tagli da 10 centesimi.
- RD 4573/1868: Regio decreto 3 settembre 1868, n. 4573. Prescriveva l’attuazione, nelle provincie Venete e di Mantova, di quanto contenuto nella legge n. 788 del 24 agosto 1862, legge fondamentale sull’unificazione del sistema monetario del regno.
- RD 5920/1870: Regio decreto 13 ottobre 1870, n. 5920. Prescriveva, all’art. 14, l’attuazione, nella provincia di Roma, di quanto contenuto nella legge 24 agosto 1862, n. 788, legge fondamentale sull’unificazione del sistema monetario del regno.
Dove trovarla
Roma, Medagliere, Museo Nazionale Romano, palazzo Massimo, Web page
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