Eritrea (1890-1941)
L’Eritrea Italiana: una colonia ai margini dell’Impero
Le origini e la conquista
Nel 1882 il governo italiano acquista la baia di Assab dalla compagnia di navigazione Rubattino. Nel 1885, 1500 bersaglieri occupano Massaua senza spargimenti di sangue. In pochi mesi, le truppe italiane occupano tutta la fascia costiera tra Massaua e Assab. Nel 1889, Crispi stipula con Menelik II, re dello Sciovia, un patto che aiutava questi a diventare negus dell’Abissinia a patto del riconoscimento del protettorato italiano sull’Abissinia. Il 1 gennaio 1890 i possedimenti italiani nel Mar Rosso furono riuniti nella neo fondata colonia d’Eritrea con capitale Massaua .
Questo primo passo fu seguito da una graduale espansione del controllo italiano sulla costa del Mar Rosso. Nel 1890, l’Eritrea fu ufficialmente dichiarata colonia italiana.
La conquista dell’entroterra etiope fu un obiettivo ambizioso ma fallimentare. Il trattato di Uccialli del 1889, interpretato in modo diverso da italiani ed etiopi, portò alla prima guerra italo-etiopica (1895-1896), che si concluse con la disfatta italiana ad Adua. Questa sconfitta segnò un punto di svolta, limitando le ambizioni italiane in Etiopia e definendo i confini della colonia eritrea.
La colonia e le sue caratteristiche
L’Eritrea italiana era una colonia eterogenea, composta da diverse popolazioni con lingue e culture differenti. Il governo coloniale cercò di imporre una politica di italianizzazione, promuovendo l’uso della lingua italiana, la costruzione di infrastrutture e l’insediamento di coloni italiani. Tuttavia, l’impatto di queste politiche fu limitato e la resistenza delle popolazioni locali fu costante.
L’economia della colonia era basata principalmente sull’agricoltura, con la produzione di caffè, cotone e cereali. Lo sfruttamento delle risorse naturali e la costruzione di infrastrutture, come ferrovie e strade, furono importanti per lo sviluppo economico della colonia, ma anche per il rafforzamento del controllo italiano.
L’Eritrea italiana nel contesto del fascismo
Con l’avvento del fascismo, l’Eritrea divenne un elemento fondamentale del progetto di grandezza coloniale italiano. Mussolini vide nell’Africa Orientale un’opportunità per riscattare la sconfitta di Adua e per affermare il prestigio dell’Italia sulla scena internazionale.
Durante il regime fascista, l’Eritrea fu sottoposta a una politica di intensificazione dello sfruttamento delle risorse e di repressione delle opposizioni. La colonizzazione italiana ebbe un impatto profondo sulla società eritrea, alterando le strutture sociali, economiche e culturali tradizionali.
La Seconda Guerra Mondiale e la fine della colonia
La Seconda Guerra Mondiale segnò la fine dell’impero coloniale italiano. Le truppe britanniche, supportate da guerriglieri etiopi, invasero l’Eritrea nel 1941. La colonia fu liberata e passò sotto amministrazione britannica.
L’eredità dell’Eritrea italiana
L’eredità dell’Eritrea italiana è complessa e controversa. Da un lato, l’Italia costruì infrastrutture e promosse alcune attività economiche. Dall’altro, la colonizzazione provocò sofferenze e sfruttamento della popolazione indigena, lasciando profonde cicatrici nella società eritrea.
Dopo la guerra, l’Italia rinunciò alla sovranità sull’Eritrea. Il Paese divenne un protettorato britannico e poi un territorio fiduciario delle Nazioni Unite, amministrato dall’Italia fino all’indipendenza nel 1993, conquistata dopo una lunga guerra di liberazione.
Conclusioni
L’Eritrea italiana rappresenta un capitolo importante della storia coloniale italiana e africana. L’ambizione di creare un grande impero coloniale in Africa si scontrò con la resistenza delle popolazioni indigene e con le dinamiche della politica internazionale. L’esperienza coloniale ha lasciato un’impronta profonda sulle società africane e ha contribuito a plasmare l’identità nazionale eritrea.
Le monete
Nella colonia Eritrea avevano corso legale le monete italiane e tutte quelle dell’Unione Monetaria Latina. Di fatto hanno corso anche il Tallero di Convenzione 1780 di Maria Teresa (limitatamente alle regioni costiere), le monete anglo indiane e quelle egiziane.
Con il Regio Decreto del 10 agosto 1890, n. 7049, le zecche del Regno hanno mandato di coniare monete decimali che avranno corso legale esclusivamente in Eritrea da 1, 4/10, 2/10, 1/10, 2/100 e 1/100 di tallero pari rispettivamente a 5 lire, 2 lire, 1 lira, 50 centesimi, 10 centesimi e 5 centesimi. Il Regio Decreto 10 agosto 1890, n. 7050 stabilisce le quantità per la prima coniazione: 2 lire (1.000.000 di pezzi), 1 lira (3.000.000) e 50 centesimi (2.000.000) che, salvo il caso delle 2 lire, fu di fatto inferiore.
I previsti pezzi da 2/100 e 1/100 di rame non furono poi coniati.
Le monete speciali per la Colonia Eritrea si potevano cambiare presso la Tesoreria provinciale di Napoli.
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Vittorio Emanuele III (1900-1941)
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